Wildfire by Zane Grey

Wildfire by Zane Grey

autore:Zane Grey [Grey, Zane]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2014-09-18T16:00:00+00:00


XII.

Quella notte Bostil dormì, ma di un sonno agitato e turbato da sogni, nei quali gli sembrava sempre di udire uno strano incessante pauroso muggito, come di un vento furioso che soffiasse sul deserto. Fu svegliato per tempo da qualcuno che lo chiamava stando di fuori presso la finestra. Tese l'orecchio, e udì anche picchiare sulle imposte.

— Bostil!... Bostil!... Era la voce di Holley.

Bostil balzò giù dal letto così vestito come si trovava e corse alla finestra. Rientrando a casa la sera precedente si era limitato a togliersi soltanto i mocassini prima di stendersi a dormire.

— Ebbene, Holley, che diavolo hai da svegliarmi a quest'ora? — grugnì.

Il viso di Holley apparve in linea col ruvido davanzale. Era pallido e grave, e gli occhi di falco sembravano vitrei.

— Non è tanto presto, padrone — replicò. — E poi... Udite!

Bostil, che intanto si stava infilando gli stivali, si fermò a mezzo e guardò il rider mentre tendeva l'orecchio. L'aria quieta sembrava ora rotta da un lontano sordo muggito, come di tuono lontano. Egli si sforzò di mostrarsi stupito.

— Per tutti i diavoli! È il Colorado! Una cosa d'inferno!...

— L'inferno proprio... per i Creech — replicò Holley. — Ah, padrone, perché non avete traghettato i cavalli quando si era in tempo?

Bostil si rabbuiò in viso. Era un uomo che non voleva esser contraddetto, e che talvolta non voleva neppure la minima osservazione. Poi egli replicò, con cupa ironia: — Mi pare che tu ti preoccupi un po' troppo per i Creech, Holley! Sei dunque loro amico?

— No, m'importa poco dei. Creech, e lo sapete bene. Mi dispiace per i cavalli, ecco: e mi pare che dovrebbe dispiacere a tutti.

— Ah! E che cosa avresti voluto che io facessi?

— Nulla, tranne che traghettare qui i cavalli prima che venisse la piena.

Bostil e il rider si guardarono per un momento in silenzio: si comprendevano perfettamente; poi, senza dire altro, Bostil riprese a infilarsi gli stivali. E Holley se ne andò.

Quando fu pronto, il vecchio aprì la porta e uscì. Strano a dirsi, ora che i primi raggi del sole indoravano le vette delle montagne lontane egli si sentiva come libero dai terrori sofferti nella notte, libero da rimorsi e da rimpianti. Fece un breve giro presso gli arbusti di cotone, andò a dare un'occhiata ai corrales poi ritornò in casa per far colazione.

Vide in cucina Lucy e questa volta non tentò di evitarla; anzi rispose piacevolmente al sorridente saluto di lei, come se nulla fosse accaduto. La ragazza aveva un grembiale sulle vesti, e le maniche erano rimboccate mostrando due belle braccia forti, rotonde, abbronzate. Qualche cosa in lei la fece sembrare a Bostil, che l'osservava, diversa dal solito. Se ella era stata sempre graziosa, ora appariva bellissima, raggiante in viso. Il fatto era che Lucy aveva appena finito di dire qualche cosa alla zia, la quale se ne stava ora seduta accanto al fuoco in aspetto nello stesso tempo contento e turbato.

— A quanto pare ho interrotto le vostre chiacchiere — disse Bostil bonariamente.

— Certo, papà — replicò Lucy con un radioso sorriso.



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